Mettersi in mostra non è un difetto… se sai come farlo.

Quando parliamo di personal branding non parliamo soltanto di azioni di marketing e strategia ma parliamo prima di tutto di atteggiamento e modo. Ciò che dà autorevolezza ad una persona non sono i numeri, veri o presunti e le apparizioni, (quelli semmai ne determinano la popolarità) l’autorevolezza si conquista con il savoir-faire, ossia quel modo e atteggiamento capace di attrarre, incuriosire, predisporre all’ascolto e infine, lasciare “quella buona impressione” di cui ogni professionista ha bisogno.

Tutto ciò che viene detto e scritto suscita delle reazioni ma non tanto nel “cosa” quanto nel “come” e questo perchè è vero che siamo esseri dotati di raziocinio ma la prima impressione è per la maggior parte fatta di impulso e sensazione. Bisogna allora prestare molta attenzione alla comunicazione e ai messaggi che si inviano.

Empatia… parliamo di atteggimento empatico, quello capace di mettere in relazione comunicativa due o più persone.

In ambito digitale questo atteggiamento viene fuori attraverso i contenuti che produciamo, ai commenti e alle condivisioni che facciamo ma non c’è luogo peggiore per entrare in contraddittorio e fraintendimento in quanto viene meno la parte fondamentale della comunicazione, quella legata al tono e al linguaggio del corpo… quella di “sensazione” appunto.

L’obiettivo del nostro porci tuttavia non dev’essere quello di piacere a tutti, (si finirebbe per sembrare ruffiani e senza personalità) ma quello di trovare esattamente il nostro pubblico, quello più affine e quello che ci approva proprio per la nostra specialità e per ciò che ci accomuna.

Ma così mi perdo una fetta di mercato…

Me la dicono spesso questa cosa ma se non c’è fiducia reciproca, nessun tipo di rapporto dura nel tempo.

Quando si dice “entrare in relazione”  si intende questo, “riconoscersi” e diventa fondamentale soprattutto per chi fa della consulenza il proprio mestiere; fondamentale il rapporto con il cliente che diventa col tempo spesso un “amico” e tu, persona di fiducia. Senza fiducia reciproca cessa di esistere il ruolo stesso del consulente e questo molto spesso determina la fine del rapporto, cosa che non va vista però come sconfitta o fallimento, quanto l’esigenza reciproca di ricercare e trovare un altro “simile”.

3 piccoli accorgimenti per una comunicazione autentica:

  1. Non essere autoreferenziali. Le persone e i clienti non amano sentire monologhi sulle nostre “bravure”, hanno bisogno di esprimere i propri bisogni, pesarci e capire in che modo possiamo essergli utili… dei nostri trofei non importa a nessuno se non al nostro Ego.
  2. Non snaturarsi. Sapersi relazionare non vuol dire violentare il proprio essere tanto da non riconoscersi, mi spiego… se non sei una persona ironica non ti improvvisare, se invece sei solare e scoppiettante non inamidarti… un conto è sapersi adattare ad una situazione ben altro è dover reggere una parte che non ci si addice… quanto può durare secondo te?
  3. Imparare a “donare”. Quante volte il timore della concorrenza e della scalata, ci ha messo nella condizione di chiusura? Oggi non c’è modo di crescere senza saper donare se stessi, la propria esperienza e professionalità, a favore della condivisione e collaborazione. Le sinergie e le informazioni che girano sono la nuova linfa per una rinascita economica.

 

Concludo con un brano tratto da “Le chiavi del successo di Napoleon Hill… lui, meglio di me, non ha detto cose a caso:

Chi ha una bella personalità non è mai arrogante vanitoso ed egocentrico. Non bisogna confondere la timidezza con l’umiltà; la vera umiltà consiste nel riconoscere che anche i migliori, nella trama dell’esistenza umana, sono solo frammenti di un tutto. Riconoscete che le doti che avete sono un dono da mettere a servizio del bene comune, non un argomento da inserire in ogni discorso che fate. Se avete dei problemi in questo senso, interessatevi degli altri per dimenticarvi un po’ di voi stessi. A mano a mano che la vostra fede aumenterà, diventerete sempre più sensibili all’esistenza del mondo esterno e ne riconoscerete il valore. La gente che ha una forte fede è anche umile di cuore e queste qualità sono sempre molto ammirate.

L’arte di mettersi in mostra è il risultato della mescolanza giusta di molti aspetti che rendono attraente una personalità: mimica facciale, tono di voce, linguaggio appropriato ed eloquente, controllo delle emozioni, cortesia, versatilità, atteggiamento mentale, senso dell’umorismo e tatto. Tutte insieme queste qualità vi permetteranno di suscitare simpatia ogni volta che ne avrete bisogno.

L’arte del mettersi in mostra non implica necessariamente che debba pavoneggiarsi, fare il buffone, dire spiritosaggini o andare in giro a raccontare pettegolezzi. Sono comportamenti che non mancano di destare attenzione, ma alla fine stancano e diventano pericolosi.

Un uso efficace e positivo dei tratti che aiutano a farsi notare vi sarà utile sia che abbiate a che fare con una sia con mille persone.

 

Io mi occupo di personal branding, marketing relazionale e piani di comunicazione per lo sviluppo del business, se posso esserti utile non esitare a contattarmi.

Cordialmente…
@Roberta Voiglio #nondicocoseacaso

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Roberta Voiglio

Digital Business Coach esperta di Comunicazione e dinamiche del Cambiamento. Dal 1997 mi occupo di Comunicazione Corporate, Marketing Strategico, Personal Branding e Servizi Digitali Innovativi. 2003 - titolare de L'Esprit Nouveau di Voiglio Roberta & C snc Agenzia di Comunicazione 2018 - Digital Gap Advisor e Manager per The Digital Box spa MarTech & Digital Strategies Company. 2020 - Digital Coach Responsabile Sportello Digitale presso Confcommercio Cuneo 2021- TEDxer membro di Direzione Artistica e Speaker Coach per TEDxCUNEO.

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